lunedì 28 gennaio 2008

GIUSTIZIA E DINTORNI

Cari lettori
la recente crisi di Governo dovrebbe contribuire a mettere in luce un aspetto inquietante della vita pubblica italiana, che non riguarda la politica in senso stratto bensì un importante organo dello Stato. Sto parlando della magistratura.
Ricordate quando il gip di Milano Clementina Forleo richiese al Parlamento l'autorizzazione ad usare intercettazioni telefoniche, con toni talmente duri che le valsero un richiamo dal Capo dello Stato? E ricordate quando la stessa andò in televisione da Michele Santoro ad esporre il suo punto di vista? E ricordate la presenza, nel programma del già citato conduttore, del signor Luigi De Magistris (foto a lato), il quale aveva istruito una pratica che toccava anche il premier Romano Prodi e il Ministro della Giustizia Clemente Mastella? Parlasi proprio dello stesso De Magistris contestato dal Consiglio Superiore della Magistratura per la conduzione dell'indagine, e trasferito di luogo e di funzioni.
Cara Magistratura, la stessa che mentre Napoli affonda nei rifiuti non trova di meglio da fare che istruire l'ennesima pratica nei confronti di Berlusconi.

Infine, ecco la procura di Santa Maria Capua Vetere istruire una bella inchiesta nei confronti del Ministro Mastella, della moglie e del suo partito, con tanto delle solite interccetazioni telefoniche che impazzano sui soliti giornali. E vabbè, non ha la procura il diritto di istruire un'inchiesta?, chiederanno i miei 25 lettori. E proprio qui viene il bello.

Perchè proprio negli ultimi giorni due pareri illustri adombrano dubbi sulle modalità con cui l'azione è stata condotta.

Il primo, quello di Gerardo D'Ambrosio, ex pm di Mani Pulite, che chiosa senza mezzi termini :"E' un fatto grave che un giudice trattenga un provvedimento per tre mesi e poi emetta una misura cautelare dichiarandosi incompetente. Ma come si fa?" Aggiunge poiriferendosi agli arresti domiciliari di Sandra Mastella:"L'urgenza si giustifica per evitare la fuga o la reiterazione del reato, e per questo comprendo la reazione di Mastella: la prova della tentata concussione non poteva essere inquinata, perchè trattasi di intercettazione già agli atti" (Corriere della Sera, 24/01/2008).


Il secondo, quello del Vicepresidente del Csm Nicola Mancino, il quale afferma: "Personalmente ritengo che non ci fossero quelle condizioni che legittimano la custodia cautelare" (vedi qui)

Apriti cielo! Non vuoi che puntuale arriva l'esternazione di Saverio Borrelli, secondo il quale "Il '92 non è mai finito, il clima è sempre lo stesso" ed inoltre "Le reazioni della classe politica sono in contrasto con il principio che tutti sono uguali davanti alla legge" (leggi tutto).

Peccato che stavolta a fare certe affermazioni non è Berlusconi, nè il Ministro della Giustizia, nè qualsivoglia politico. Stavolta si tratta di due eminenti magistrati, gente che ne sa di legge. Ma vallo a spiegare al signor Borrelli.

venerdì 25 gennaio 2008

W CERCA ALLEATI MA PER ORA IL CAV NON CI STA

All right, come volevamo e speravamo, il Governo se n'è andato, seppellito sotto un mare di rifiuti prima ancora che sotto i no di Mastella, Dini e compagni. Tutto bene, tutto ok.
Ma come sempre capita dopo le feste e base di Champagne e mortadella, passata la sbronza bisogna far funzionare il contenuto della scatola cranica.

Quali scenari si aprono ora?

Nel centrosinistra si aprirà un guerra furibonda, anche all'interno del Partito Democratico, all'insegna del "tutti contro Veltroni". Il fronte prodiano sta già preparando fucili e cannoni per giustiziare W, ritenuto (e non senza qualche ragione) il principale responsabile dell'implosione dell'Unione al Senato: l'ambiguo appoggio al referendum e l'insistenza su una legge elettorale "anti-nanetti" hanno sicuramente pesato nelle tensioni interne alla ex maggioranza e, c'è da scommetterci, nei calcoli dell'on. Mastella. Va da sè che il sindaco di Roma non si farà giustiziare facilmente, e si prepara alla battaglia forte del sostegno dei suoi, e non solo: già ieri sera, a crisi aperta, il braccio destro Goffredo Bettini offriva a Berlusconi la possibilità di passare (testuali parole) "dalla cronaca alla storia". Tradotto: facciamo assieme la legge elettorale.

Il Cav per il momento non ci sta: sente l'odore del sangue e vuole tornare subito alle urne. Fini e Bossi, figurarsi. Casini frena, e prima di andare dagli elettori vorrebbe una bella legge tedesca che favorisse la nascita di un forte Centro. Il leader Udc trova una sponda in Napolitano, che tenterà di sondare la possibilità di un Governo istituzionale: per il quale allo stato attuale una maggioranza non c'è (oltre all'Udc, lo appoggerebbero solo il Pd e Prc). La verità, piaccia o no, è che ancora una volta tutto dipende dal leader di Forza Italia: solo se gli si forniranno adeguate garanzie appoggerà questa soluzione.

L'ideale sarebbe una legge tipo Vassallum con annessa riforma dei Regolamenti, ma il risultato è raggiungibile solo se lo si realizza subito, in una settimana al massimo, per poi andare tutti a casa: soluzioni diverse, che rimandino le urne di quattro, cinque o sei mesi non otterranno il placet del leader Cdl.

giovedì 24 gennaio 2008

161 NO, 156 SI: ET VOILA' MESSIEURS!


ALLA SUA SALUTE, PROFESSORE.
E NON SI ARRABBI: L'IMPORTANTE E' PARTECIPARE....

mercoledì 23 gennaio 2008

PRODI CIAO, PRODI CIAO.....

Cari tutti,
oggi si vota una scontata fiducia alla Camera, ma la partita vera è al Senato giovedì sera. Facciamo quattro conti.
Il centrosinistra, senza Mastella e i suoi ha 154 voti. A questi si aggiungano sei senatori a vita su sette, che hanno dichiarato il loro sostegno, e si va a 160. In dubbio la presenza di Emilio Colombo, ma anche se fosse presente non è scontato il suo sì. Ammettiamo pure che alla fine sostenga il Governo: 161. Conteggiando pure Dini e i suoi (3 senatori), il cui sostengo è in bilico.

L'opposizione di centrodestra al Senato conta 156 parlamentari. Se si sommano i 3 no dell'Udeur, siamo a 159 voti contrari. Si aggiunga Franco Turigliatto, che ha annunciato il suo no a Prodi e si vola a 160. Se non fosse presente Colombo, potrebbe bastare per mandare in soffitta il Governo, perchè un pareggio in Senato conta come un no.
Così fino a stamattina. Occhio però alle dichiarazioni di Domenico Fisichella: "Voterò no alla fiducia, sta agli altri parlamentari. L’ho già ribadito durante la Finanziaria, che quello sarebbe stato il mio ultimo voto di fiducia. Oggi parlerò con Prodi e gli ribadirò il mio no"

Conteggio finale: Governo 160, opposizione 161.

PRODI CIAO, PRODI CIAO, PRODI CIAO CIAO CIAO CIAO!!!!!

martedì 22 gennaio 2008

lunedì 21 gennaio 2008

AL CAPOLINEA



Lamberto Dini, leader dei Liberal democratici «Le conseguenze di un'eventuale sfiducia al ministro dell'Ambiente sono diverse a seconda dell'atteggiamento che il governo terrà sul caso: se si rimette all'Aula, può anche non dimettersi trattandosi di sfiducia individuale; se invece approva l'operato di Pecoraro, allora le dimissioni di Prodi diventano obbligate. Noi ascolteremo quello che verrà detto in Aula, ma visto che sono emerse chiare responsabilità politiche anche del ministro, che si è opposto alla costruzione dei termovalorizzatori, coerentemente con quanto abbiamo fatto sui rifiuti, non voteremo a favore». (Corriere della Sera, 20 Gennaio 2008)

Clemente Mastella, leader dell'Udeur: (ANSA) - BENEVENTO, 20 GEN -'Visto quello che fara' Dini, a questo punto sarebbe piu' decoroso se Pecoraro si dimettesse prima di andare in Senato', dice Mastella. Il leader dell'Udeur si e' riferito cosi' alla mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell'Ambiente, in votazione mercoledi' al Senato. Alla domanda su come votera', Mastella risponde:'Che faro'? Io non ho l'obbligo della presenza...'. Quindi aggiunge polemicamente: 'Io mi sono dimesso, altri a Napoli no'.

domenica 20 gennaio 2008

LA VERA SAPIENZA

ANGELUS DEL 20 GENNAIO 2008, PIAZZA SAN PIETRO:


IN 200 MILA ESPRIMONO SOLIDARIETA' AL PAPA, VICARIO DI CRISTO IN TERRA.


CAPITO?

lunedì 14 gennaio 2008

PER UNA SANA LAICITA'

Ci risiamo.
Le trombe dell'intolleranza laicista tornano a suonare.
L'occasione stavolta è la visita di Benedetto XVI all'Università La Sapienza di Roma (foto) in calendario il 17 Gennaio, giorno di inaugurazione dell'anno accademico. Sono previsti una visita del Papa alla cappella universitaria ed un discorso, ma non la Lectio Magistralis come ipotizzato in un primo momento. L'invito era stato rivolto dal Rettore Guarini, dopo deliberazione del Senato Accademico.

Ora però si viene a sapere di un appello sottoscritto da 67 docenti dell'Ateneo fondato da Bonifacio VIII, in cui si esprime riprovazione per la visita del Santo Padre. Nel frattempo, si vanno organizzando le proteste studentesche, che come spesso accade in queste occasioni rischiano di ingrossarsi con arrivi da altri Città o Regioni. Un caso nazionale, insomma.

La sensazione è che una minoranza iperlaicista stia facendo tanto chiasso quando alla Sapienza, come ha ricordato il prof. Dallapiccola, sono stati ricevuti persino i Raelliani (sì, proprio quelli che sostengono che l'umanità deriva da esperimenti alieni).

Ma oscurare la religione dal dibattito pubblico è forse laicità? La Chiesa non occupa il Parlamento puntando le pistole sulle tempie dei deputati, si rivolge alle coscienze di cattolici e uomini di buona volontà.

Abito vicino a Pavia, in Aprile 2007 venne a farci visita e fece tappa anche nel prestigioso Ateneo della città. Anche in occasione di questa storica visita alla "nostra" diocesi ci furono proteste dell'ultrasinistra e dei laicisiti, ma ricordo bene che i pass per l'udienza erano esauriti, gli studenti riservarono un'accoglienza calorosa e non ricordo nessuna lettera di protesta da parte di qualsivoglia docente. Come del resto non ricordo nessuna protesta quando Papa Ratzinger fu invitato a tenere quella splndida Lectio Magistrlis all'Università di Ratisbona. Le proteste per la verità arrivarono dopo, e non da parte dei docenti, come ben ricordiamo. Ma questa è tutta un'altra storia.

venerdì 11 gennaio 2008

IL NOSTRO DIO HA UN CUORE DI CARNE

Cari lettori

uno scambio di opinioni con il blogger Aetius mi ha ispirato questo post. Tema: il senso religioso dell'uomo e la Fede cristiana. Penso che ogni tanto sia importante confrontarsi anche su questi problemi impegnativi ma decisivi per la nostra vita.

Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Da dove viene il mondo? Alzi la mano chi non si è mai posto queste domande. Sono domande eterne, perchè coinvolgono gli uomini di tutti i tempi ed esprimono la sete d'infinito del cuore umano. Non esiste società umana che non si sia confrontata con questi interrogativi, proprio perchè l'uomo è un essere essenzialmente religioso.

Ora, chiediamoci: cos'ha la Fede Cristiana rispetto ad altre religioni? Cosa la rende più vera rispetto all'Islam o all'ebraismo o all'indusimo o al teismo o ad altro ancora? In verità, troppo spesso si registra la tendenza a ridurre la Fede cristiana a Magistero o dottrina, ma così la si declassa al ruolo di corrente di pensiero, al pari di tante ideologie che si sono succedute nella storia.

Il Cristianesimo però è un Fatto. E' un prodigioso Incontro tra l'uomo e Dio, che assume la nostra stessa natura nell'Incarnazione del Verbo e come Uomo si carica delle nostre sofferenze. La Croce è il simbolo di un Dio che si è fatto come noi per farci come Lui.


Proprio perchè la Fede cristiana è così profondamente calata nella Realtà, tutto è sacro, non esiste aspetto del reale che sia estraneo al senso religioso: la preghiera, la liturgia, ma anche la politica, lo sport, lo studio, la sessualità. Sì, avete letto bene: la sessualità. Al contrario di quanto molti pensano, la Chiesa non uccide la sessualità, ma le dà le ali per volare più in alto.
Si vedano ad esempio le belle parole del Catechismo sugli sposi:


2335 Ciascuno dei due sessi, con eguale dignità, anche se in modo differente, è immagine della potenza e della tenerezza di Dio. L'unione dell'uomo e della donna nel matrimonio è una maniera di imitare, nella carne, la generosità e la fecondità del Creatore: « L'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne » (Gn 2,24). Da tale unione derivano tutte le generazioni umane.


O ancora, le parole (per me, scandalose) del Papa nel messaggio per la Quaresima 2007:

Ezechiele, per parte sua, parlando del rapporto di Dio con il popolo di Israele, non teme di utilizzare un linguaggio ardente e appassionato (cfr 16,1-22). Questi testi biblici indicano che l’eros fa parte del cuore stesso di Dio: l’Onnipotente attende il “sì” delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa.

Per chi volesse approfondire, consiglio la stupenda enciclica "Deus caritas est".

Per ora, penso di aver lasciato abbastanza materiale alla riflessione.
Buona meditazione!
Emanuel

mercoledì 9 gennaio 2008

I DUE NOMI DEL NEW HAMPSHIRE SONO MCCAIN E CLINTON

Cari visitatori,
vi propongo questo post tratto dal blog "In God we trust", di Andrea teocon, che ringrazio per avermi consentito di incollare l'intervento.
Buona lettura!
Emanuel




Sono John McCain e Hillary Clinton i vincitori delle primarie del New Hampshire.Ecco le statistiche ufficiali:Repubblicani:John McCain - 86,802 - 37.2% Mitt Romney - 73,806 - 31.6% Mike Huckabee - 26,035 -11.2%Rudolph Giuliani -20,054 - 8.6% Ron Paul - 17,831 - 7.6%F red Thompson - 2,808 - 1.2% Democratici: Hillary Rodham Clinton - 110,550 - 39.2% Barack Obama - 102,883 - 36.4% John Edwards - 47,803 - 16.9% Bill Richardson - 12,987 - 4.6% Dennis J. Kucinich - 3,845 - 1.4%Beh, che dire. I sondaggi, soprattutto all'interno del partito demoratico, hanno cannato di brutto.Sembrava quasi preannunciata la abbondante vittoria della stella nascente Barack Obama sulla Clinton. E' avvenuto l'esatto contrario.Tra i repubblicani, McCain è quasi sempre stato in testa. Solo ieri, nella serata italiana (pomeriggio in New Hampshire) si parlava di un sorpasso di Romney sul senatore dell'Arizona.Ma ciò non è avvenuto, e anche McCain si candida ufficialmente ad essere tra i favoriti per la nomination del Gop. Una lista di possibili vincitori che si è fata ormai molto lunga: oltre a McCain, hanno fin'ora ottenuto buoni risultati Mike Huckabee (vincitore dell'Iowa e primo a livello nazionale), e Mitt Romney, eterno secondo. E l'ascesa di Rudy Giuliani è ormai annunciata. Almeno così sembrerebbe a sentirlo parlare.In casa democratica tutto è più facile e delineato: il duello è tra la Clinton e Obama, e tutti e due sembrano in grado di garantirsi il posto per le presidenziali del 4 novembre.Il prossimo appuntamento elettorale è per il 15 gennaio nel Michigan (solo repubblicani), dove, in un sondaggio di più di un mese fa Mike Huckabee risulta in testa seguito da Romney e Giuliani. Ma la risalita di McCain anche in questo stato è praticamente scontata, avendo già diversi quotidiani americani che lo delineano come il vero front-runner del Gop dopo la brillante vittoria in rimonta nel New Hampshire e le magre prove di Giuliani.Ma sarà il 19 gennaio in South Carolina che alcune teste potrebbero incominciare a cadere, da una parte e dall'altra.Huckabee ancora in testa per i repubblicani (si profila un duello con McCain), e Obama distanzia nettamente la Clinton per i democratici.Vedremo che succederà nel frattempo.Come abbiamo visto, i sondaggi possono azzeccarci spesso, ma tutto può ancora succedere.

domenica 6 gennaio 2008

60 ANNI PER CAMBIARE

Cari visitatori,quest'anno appena iniziato cadono alcune ricorrenze importanti: alcune di dimensione mondiale, come il quarantennio del '68, altre più modestamente di interesse nazionale, come i 60 anni della nostra Costituzione.
(foto: la firma di quest'ultima nel 1948)

Da diverso tempo ormai e da più parti si discute di riformare la nostra Carta fondamentale. La procedura in realtà non è eccessivamente rigida, rispetto a quella prevista da altri ordinamenti, e prevede una doppia possibilità: o entrambe le Camere varano la modifica con la maggioranza dei due terzi e per due volte, oppura approvano la revisione a maggioranza assoluta ma in quel caso alcuni soggetti possono chiedere un referenudm confermativo. Questa seconda strada è stata seguita sia per la riforma del Titolo V del 2001, ad opera del centrosinistra, sia per la più ampia riforma del 2005 ad opera della Cdl. Nel primo caso il referendum ha confermato la riforma, nel secondo no.
La riforma del 2001 conteneva alcune importanti innovazioni, tra cui una riforma in senso federale dell'art.117 sulle comptenze regionali: prima infatti vengono indicate i poteri dello Stato, poi quelli concorrenti, mentre alle Regioni vengono lasciati i poteri non citati (clausola di potestà residuale, tipica degli Stati federali).
L'ultima riforma del 2005 invece introduceva numerose modifiche, tra cui: la fine del bicameralismo perfetto, con istituzione del Senato delle Regioni, nuovi poteri al premier, elezione quasi diretta del capo del Governo, competenza esclusiva alle Regioni in materia di istruzione, sanità, polizia locale, riduzione del numero dei parlamentari. Questa revisione, forse sbandierata da alcuni come una riforma federalista, in realtà asseganva alle Regioni poteri in larga parte già detenuti, pertanto la reale portata autonomista si sarebbe dovuta verificare alla luce dei decreti attuativi.
Nonostante tutto, il centrodestra introdusse innovazioni invocate da tempo: una volta approvato il testo tramite consultazione referendaria, si sarebbe potuto procedere alla correzioni necessarie. Con una scelta scriteriata, però, il centrosinistra invitò a bocciare la riforma. Cosa che di fatto avvenne con oltre il 60% di no.
Ora si ritorna a parlare di riforme: l'ultima sortita è quella di Franceschini in favore del semi-presidenzialismo alla francese: un sistema dove il Presidente della Repubblica viene eletto dal popolo, nomina il Presidente del Consiglio, determina le linne generali di politica dell'esecutivo; il Governo deve avere la fiducia del Parlamento.
Si tratta senz'altro di un buon sistema, anche se poco attuabile col quadro politico vigente (a meno di accordi trasversali).
A mio avviso, comunque, bisognerebbe varare subito una buona legge elettorale, che premi i partiti più grandi (per esempio, il Vassallum), riformare i regolamenti parlamentari in modo da imporre la coincidenza tra liste elettorali e gruppi, tornare alle urne e lasciare al nuovo Parlamento il compito di stendere una nuova Costituzione.
Referendum permettendo....

AL MAGNATE ROMNEY IL MINI CAUCUS IN WYOMING


L'ex Governatore del Massachuttes, Mitt Romey, si è aggiudicato il mini caucus repubblicano in Wyoming: sei delegati su otto, mentre uno a testa sono andati all'ex senatore del Tennessee Fred Thompson e al deputato della California Duncan Hunter. Quattro delegati devono ancora essere assegnati.

In realtà, si tratta di una vittoria "piccina" per il magnate Romney: le primarie del Wyoming, schiacciate tra l'appuntamento iniziale dell'Iowa e quello di martedì sulla costa atlantica, sono state penalizzate sia dal partito sia dai candidati. L'elefante, infatti, ha dimezzato il numero di delegati tradizionalmente assegnato (ora sono 28), mentre nessun concorrente per la nomination si è fatto vedere nelle ultime quattro settimane. Mitt Romney, tra i più presenti, ha visitato lo Stato a settembre e novembre, mentre tre dei suoi cinque figli hanno condotto la campagna elettorale al suo posto.

sabato 5 gennaio 2008

OCCHIO A QUEI DUE....

Sondaggio Reuters/C-SPAN/Zogby sulla situazione in New Hampshire, reso noto oggi dopo il caucus in Iowa:

REPUBLICANS
John McCain 32% (foto)

W. Mitt Romney 30%

Mike Huckabee 12%


DEMOCRATS

Hillary Clinton 32%

Barack Obama 28%

John Edwards 20%



Dice il sondaggista Zogby:"Generalmente i numeri non sono cambiati molto, ma c'è l'inizio di una crescita post-Iowa per Obama e Huckabee. Vedremo domani, ma ritengo che vedremo risalire questi due in modo chiaro".
Il margine di errore è attorno al 3,3%, quindi il distacco Clinton-Obama potrebbe essere ancora minore. In campo repubblicano, si assottiglia il vantaggio di McCain, ma occhio anche ad Huckabee, perchè la maggior parte delle interviste sono state condotte prima dell'Iowa.

In attesa del caucus in Wyoming,

a rileggerci!

Emanuel

venerdì 4 gennaio 2008

COME VOLEVASI DIMOSTRARE...

IOWA'S CAUCASES
REPUBLICANS

Candidate

Vote

%

Mike Huckabee

39,814

34.3%

W. Mitt Romney

29,405

25.3%

Fred Thompson

15,521

13.4%

John McCain

15,248

13.1%

Ron Paul

11,598

10.0%

Rudy Giuliani

4,013

3.5%

Duncan Hunter

515

0.4%

Tom Tancredo

5

0.0%

96% reporting Updated 7:00 AM ET

DEMOCRATS

Candidate

Vote

%

Barack Obama

940

37.6%

John Edwards

744

29.7%

Hillary Clinton

737

29.5%

Bill Richardson

53

2.1%

Joe Biden

23

0.9%

Others

3

0.1%

Chris Dodd

1

0.0%

Mike Gravel

0

0.0%

Dennis J. Kucinich

0

0.0%

100% reporting Updated 7:00 AM ET

mercoledì 2 gennaio 2008

E SE IN IOWA....













Mike Huckabee e Barack Obama
Militano in due schieramenti diversi, il primo nel partito repubblicano, il secondo nel partito democratico. Ma hanno un'idea in comune: pensano che non si possa escludere a priori la religione dalla sfera pubblica, e che pertanto un candidato alla Casa Bianca non può lasciarla completamente fuori dalla porta.
Sarebbe interessante se stasera alle primarie in Iowa vincessero loro due: si tratterebbe di una bella lezione per i fondamentalisti del pensiero laicista.

martedì 1 gennaio 2008

UNA GRANDE POLVERIERA

Cari lettori

oggi Primo Gennaio, oltre ad essere solennità di Maria Madre di Dio, è anche giornata mondiale per la pace. In realtà, mai come nei nostri tempi tale prezioso dono è messo pericolosamente a rischio.

Gli avvenimenti degli ultimi giorni del 2007 ce lo confermano, con l'assassinio di Benazir Bhutto in Pakistan. In un primo momento Al Qaida sembrava aver rivendicato l'attentato, ora però altre fonti dell'organizzazione terroristica smentiscono e sul lugubre episodio si allungano sospetti ed inquietanti domande: la leader del Partito Popolare era adeguatamente protetta? Perchè è stato negato il visto a guardie del corpo israeliane e di altre nazionalità incaricate di proteggerla? L'inquietudine internazionale è giustificata sia dal fatto che il Paese islamico ha un ruolo chiave nella lotta al terrorismo internazionale, confinando con l'Aghanistan, sia dal fatto che detiene inoltre l'arma atomica: un vuoto di potere potrebbe avere conseguenze drammatiche. Tanto che qualcuno ha ipotizzato un golpe militare.

Nel vicino Afghanistan continua la lotta delle forze Nato contro il nemico invisibile, cioè talebani e qaedisti che insaguinano il Paese. La fragile democrazia rischierebbe di sprofondare nel baratro se le forze alleate non avranno la meglio sullo spietato avversario, mentre tutto il Medio Oriente rischierebbe di essere contaminato.


Fra lotte e speranze: ad Annapolis il premier isareliano Olmert e il leader palestinese Abu Mazen, alla presenza del Presidente Bush, hanno trovato un accordo per il raggiungimento di un accordo di pace. Una pace inseguita da decenni.

In Iraq, dopo mesi di sangue e voci di disfatta Usa, gli americani hanno raggiunto un accordo con alcune bande sunnite per la lotta ad Al Qaida e la nuova strategia del generale Petraeus sta dando qualche buon risultato. Lui è prudente, ma il ministro dell'Interno iracheno parla di uno smantellamento dell'organizzazione terroristica pari al 75%.

Ed infine, l'inquietante ombra di Iran e Sira, che aleggia su tutto lo scenario medioorientale. Le due potenze, fortemente sospettate di aver rimpinzato la resistenza irachena e le organizzazioni terroristiche come Hezbollah, in Libano (altro fronte caldo, dove si trovano anche i nostri soldati), sono guardate con diffidenza da Europa e Stati Uniti e persino l'Onu è intervenuto con un doppio turno di sanzioni nei confronti di Teheran, accusata fra l'altro di volersi dotare dell'atomica.

In verità, lo scenario è tutt'altro che allegro, nonostante qualche progresso. Non ci vuole molto per accorgersi che siamo seduti su una polveriera. La guerra lanciata all'Occidente dal terrorismo di matrice islamica l'11 Settembre 2001 ha esasperato uno scenario già inquieto, e gli errori compiuti da Usa ed Europa, con l'invasione dell'Iraq e l'eccessivo permissivismo nostrano, non hanno certo aiutato. Siamo in guerra, che ci piaccia o no. Fingere che tutto vada bene, tentazione presente in Europa, non aiuterà. Ma ricordiamoci anche che questa guerra non può essere vinta solo con le armi.
Chi crede, ha il compito di invocare il soccorso del Cielo, da Colui che solo può salvarci. "Con la preghiera potete fermare anche le guerre", ha detto Maria a Medjugorie. Così è.

MORATORIA ABORTO - 2

Cari tutti,

per completezza di informazione riguardo alla moratoria sull'aborto, di cui ho parlato due post fa, mi sembra giusto pubblicare il testo di questa mail che ho ricevuto da Web Radio On the Air, nella quale si rivendica la paternità dell'iniziativa e si fanno alcune considerazioni.

Buona lettura!

Emanuel


COMUNICATO N. 4 - L'iniziativa della Moratoria Internazionale per l'Abolizione della Pena di Aborto nasce in seno all'associazione culturale On the Air sin dal febbraio 2007 e in particolare nel contesto della programmazione di Web Radio On the Air viene resa nota con una raccolta di sottoscrizioni del manifesto a partire dalla fine di giugno 2007. Dalla seconda metà di dicembre 2007 intellettuali di rilievo nazionale hanno rilanciato l'idea con determinazione, stimolando un dibattito culturale ormai sopito da molto tempo. Tra questi intellettuali spicca senza dubbio la personalità di Giuliano Ferrara che per sostenere la validità della proposta ha intrapreso un digiuno dalla vigilia di Natale al capodanno. Ferrara nelle ultime settimane ha speso la sua arte di penna sulle colonne del giornale che dirige, Il Foglio, e anche di voce nel popolare programma televisivo di cui è autore e conduttore, 8 e mezzo in onda su La7. L'interessamento di Giuliano Ferrara a tale tema ha raccolto facili entusiasmi da una parte e incomprensibili attacchi dall'altra. Come promotori della moratoria, seppur nella veste austera di provocazione culturale, ci sentiamo in dovere di dedicare una trasmissione radiofonica su Giuliano Ferrara per tre motivi:
- ribadire la nostra paternità dell'iniziativa ad onore della verità e per la legittima soddisfazione morale di quanti hanno gratuitamente dato un enorme contributo in termini di impegno alla moratoria;
- evidenziare l'allarme lanciato da molti di una possibile trappola ideologica a danno dei cattolici e dei cui autori Ferrara potrebbe essere complice; si tratta in sostanza di stabilire, sulla scorta dei tanti passati di Ferrara che fa vanto di collaborazioni retribuite con servizi segreti stranieri, se Ferrara stia o meno preparando la parte cattolica dell'opinione pubblica ad una adesione ad un possibile attacco USA all'Iran. Nella puntata di Fratello Embrione del 30 dicembre 2007 abbiamo inserito parte di un'intervista rilasciata da Maurizio Blondet che - seppur indirettamente - fornisce chiara chiave di lettura in tal senso;
- esprimere il vivo augurio di una sincera evoluzione esistenziale di Ferrara come sorta di un Sant'Agostino contemporaneo e invitare lo stesso a sottrarre dal dibattito la sua intima ricerca di Dio per evitare che i contenuti che propone passino in secondo piano.
Per queste e per altre ragioni vi invitiamo all'ascolto di "Fratello Embrione, argomenti a supporto della vita nascente". http://www.fratelloembrione.it/ L'occasione è degna per indirizzarvi l'augurio di un nuovo anno di Grazia! In Alto i cuori
Massimiliano Musso