domenica 6 gennaio 2008

60 ANNI PER CAMBIARE

Cari visitatori,quest'anno appena iniziato cadono alcune ricorrenze importanti: alcune di dimensione mondiale, come il quarantennio del '68, altre più modestamente di interesse nazionale, come i 60 anni della nostra Costituzione.
(foto: la firma di quest'ultima nel 1948)

Da diverso tempo ormai e da più parti si discute di riformare la nostra Carta fondamentale. La procedura in realtà non è eccessivamente rigida, rispetto a quella prevista da altri ordinamenti, e prevede una doppia possibilità: o entrambe le Camere varano la modifica con la maggioranza dei due terzi e per due volte, oppura approvano la revisione a maggioranza assoluta ma in quel caso alcuni soggetti possono chiedere un referenudm confermativo. Questa seconda strada è stata seguita sia per la riforma del Titolo V del 2001, ad opera del centrosinistra, sia per la più ampia riforma del 2005 ad opera della Cdl. Nel primo caso il referendum ha confermato la riforma, nel secondo no.
La riforma del 2001 conteneva alcune importanti innovazioni, tra cui una riforma in senso federale dell'art.117 sulle comptenze regionali: prima infatti vengono indicate i poteri dello Stato, poi quelli concorrenti, mentre alle Regioni vengono lasciati i poteri non citati (clausola di potestà residuale, tipica degli Stati federali).
L'ultima riforma del 2005 invece introduceva numerose modifiche, tra cui: la fine del bicameralismo perfetto, con istituzione del Senato delle Regioni, nuovi poteri al premier, elezione quasi diretta del capo del Governo, competenza esclusiva alle Regioni in materia di istruzione, sanità, polizia locale, riduzione del numero dei parlamentari. Questa revisione, forse sbandierata da alcuni come una riforma federalista, in realtà asseganva alle Regioni poteri in larga parte già detenuti, pertanto la reale portata autonomista si sarebbe dovuta verificare alla luce dei decreti attuativi.
Nonostante tutto, il centrodestra introdusse innovazioni invocate da tempo: una volta approvato il testo tramite consultazione referendaria, si sarebbe potuto procedere alla correzioni necessarie. Con una scelta scriteriata, però, il centrosinistra invitò a bocciare la riforma. Cosa che di fatto avvenne con oltre il 60% di no.
Ora si ritorna a parlare di riforme: l'ultima sortita è quella di Franceschini in favore del semi-presidenzialismo alla francese: un sistema dove il Presidente della Repubblica viene eletto dal popolo, nomina il Presidente del Consiglio, determina le linne generali di politica dell'esecutivo; il Governo deve avere la fiducia del Parlamento.
Si tratta senz'altro di un buon sistema, anche se poco attuabile col quadro politico vigente (a meno di accordi trasversali).
A mio avviso, comunque, bisognerebbe varare subito una buona legge elettorale, che premi i partiti più grandi (per esempio, il Vassallum), riformare i regolamenti parlamentari in modo da imporre la coincidenza tra liste elettorali e gruppi, tornare alle urne e lasciare al nuovo Parlamento il compito di stendere una nuova Costituzione.
Referendum permettendo....

7 commenti:

Old Whig ha detto...

La riforma del 2005 varata dal Centrodestra aveva dei difetti, primo fra tutti quello riguardante la Sanità pubblica (non posso accettare che un cittadino della Lombardia come me sia curato meglio di uno della Sicilia: mi dirai che è già così; ma un conto è una discrepanza illegale, altra cosa ammettere e legalizzare tale differenza!).
Detto questo, anch'io credo che la nostra Costituzione vada svecchiata, soprattutto per quanto riguarda il sistema strettamente politico. Adoro il sistema presidenziale americano, ma mi rendo conto che qui sarebbe difficile da applicare e comunque impossibile da far approvare. La proposta di Franceschini potrebbe essere buona, se non fosse come temo solo un pretesto per agitare le acque, far uscire allo scoperto i nemici all'interno del partito e soprattutto allontanare la dipartita di Prodi...
Un saluto

Emanuel ha detto...

Ciao Old Whig
ti rispondo per punti:

1)Sul decentramento delle competenze (la famosa "devolution") la riforma non era così avanzata come forse qualcuno voleva far credere. Alcune materie erano addirittura ricentralizzate (ad esempio, l'energia, e giustamente), mentre sulla sanità o l'istruzione la vera partita si sarebbe giocata sui decreti attuativi in caso di approvazione referendaria. I principi generali sarebbero comunque rimasti allo Stato (se così non fosse, dubito molto che An o Udc avrebbero approvato la legge costituzionale).

2) Sulla riforma istituzionale, la strada più percorribile è quella di un rafforzamento del Capo del Governo, con l'affidamento di nuovi poteri (per es., scioglimento Camere o nomina-revoca dei ministri) e magari con l'elezione diretta. A ciò si deve accompagnare una drastica riduzione del numero dei partiti.

3) Aggiungo un tema che mi sta a cuore: il federalismo fiscale. E' giusto che la maggior parte delle risorse restino sul territorio, perchè chi produce non va penalizzato e certe Regioni non possono andare avanti a colpi di assistenzialismo.

A rileggerci
Emanuel

Anonimo ha detto...

Caro Emanuel il tuo post è sostazialmente condivisibile, così come la risposta che hai dato all'amico OW, blogger previoulsy knonw as Salo (bpkas :-)
Un saluto

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda la sanità pubblica old whig più che legalizzare tale differenza eviti tale differenze.
Non è possibile che la sanità laziale, siciliana, e così via ricevano milioni e milioni di sovvenzioni, senza contare che la sicilia ha un'autonomia più spinta del trentino, e poi i risultati son pessimi, perchè non sanno gestirsi.
Non è possibile che in certe regioni ci si sbatte a trovare soluzioni lavorando più del dovuto, mentre in altre ci si aspetta che la soluzione piova dal cielo.
La costituzione va assolutamente svecchiata introducendo il federalismo (o almeno avviarsi verso questa strada). Non si può continuare ad andare avanti per questa via vedendo che lo Stato italiano è diventato una sorta di vecchio carrozzone come alitalia.
Non importa chi lo faccia, basta che lo applichino questo federalismo tanto sbandierato, ma mai applicato nei fatti.
Il titolo V della costituzione c'è già. Basta applicarlo.
Per quanto riguarda invece il cdx son rimasto deluso dalla mancata applicazione del programma nei punti del federalismo e delle gabbie salariali. Non puoi far riforme tanto importanti all'ultimo momento.
Come non puoi tenere cani e porci per vincere le elezioni o promettere assurdità.

Anonimo ha detto...

La riforma del 2005 conteneva, in modo dettagliato, tutte quelle riforme di cui ora si riempiono la bocca anche a sinistra: bicameralismo asimmetrico, presidenzialismo, federalismo e via dicendo. Se si pensa la propaganda sfacciata per il no che fecero i compagnucci, non si sa se ridere o piangere.

Massimo ha detto...

La riforma del Centro Destra era una Riforma, per questo la sinistra, reazionaria e conservatrice, l'ha bocciata temendone l'impatto sulle sue consolidate clientele, salvo poi riempirsi la bocca con tutti quegli argomenti che erano stati oggetto di riforma.
La proposta di Franceschini è pericolosa, perchè con il doppio turno si favorisce la sinistra le cui legioni vivono essenzialmente sulla e con la politica ;-)

Emanuel ha detto...

@ tilt64: ciao grazie per il passaggio e la condivisione!

@ Ste: è vero, il federalismo non è solo questione di norme, ma anche di cultura.
Vedo che hai citato la Sicilia, mi viene in mente un'interessante circostanza: non tutti sanno infatti che nel secondo dopoguerra si sviluppo nell'isola un movimento autonomista che diede parecchi grattacapi al neonato Governo repubblicano.
Ciò che va applicato ora è il federalismo fiscale, spero che il nuovo Popolo delle Libertà ne faccia un suo cavallo di battaglia.

@ Siro: la propaganda per il no fu il frutto di un bipolarismo sbagliato, che non sapeva vedere al di là del proprio naso. Ora forse si aprono scenari diversi.

@ Massimo: interessante il ragionamento sul sistema francese, non avevo considerato questo aspetto. Cmq le novità delle ultime ore parlano di una possibile convergenza sulla bozza Bianco. Staremo a vedere, acnhe se io avrei preferito il Vassallum.

CIao a tutti
Emanuel