A quanto pare, il 13-14 Aprile uscirà dalle urne una solida maggioranza di centrodestra.
Nella precedente esperienza (2001-2006), la Cdl mandò in porto alcune importanti riforme, ma sprecò anche occasioni per dare all'Italia quelle riforme strutturali di cui si parla da tempo. L'eccessiva frammentazione del quadro politico costrinsero Berlusconi a troppe mediazioni. Stavolta il Cav si appresta a tornare a Palazzo Chigi con una coalizione bipartitica, perciò non può più fallire: il Paese ha urgente bisogno di alcuni importanti cambiamenti che ci mettano in grado di competere. Ecco quali:
1) Riforme istituzionali: rafforzare il ruolo del
Primo Ministro, completare la transizione verso un
sistema sostanzialmente bipartitico,
abolire il bicameralismo perfetto, creare il
Senato Regionale. Sono la conditio sine qua non: senza uno snellimento del processo decisionale, è ardua qualunque riforma.
2) Liberalizzazioni e privatizzazioni: Bersani ha incominciato con farmaci e taxi, ora bisogna proseguire con acqua, energia, servizi: più concorrenza significa prezzi più bassi per il consumatore. Avanti con la privatizzazione di Alitalia.
3) Mercato del lavoro: rivedere drasticamente
l'articolo 18. Il limite dei 15 dipendenti ha due effetti nefasti: da una parte costringe al nanismo le nostre imprese, dall'altra crea una divisione tra lavoratori ipertutelati di serie A e lavoratori di serie B.
4) Previdenza: L'abolizione dello scalone ci costerà qualcosa come 10 miliardi di euro. Si torni alla riforma Maroni, si aboliscano i privilegi dei pensionati "baby" con un bel taglio sugli assegni.
5) Tasse e burocrazia: abbassare in modo intelligente il carico fiscale, e ridurre la burocrazie che gravano su cittadini ed imprese. Mentre in Danimarca per avviare un'azienda bastano 3 giorni, in Italia bisogna fare il giro di uffici su uffici.
6) Meritocrazia e formazione: introdurre il criterio del merito in tutti i campi, specie quello della formazione scolastica ed accademica. Oggi lo stipendio dei professori universitari è esclusivamente legato all'anzianità ed il controllo è talmente blando che un docente può anche sedersi in poltrona tutto il giorno. Inoltre, il valore legale della laurea incentiva la nascita di miriadi di Atenei, che pullulano come i funghi, esattamente come gli aspiranti "dottori". Naturalmente, non sempre gli uni e gli altri sono di qualità, il tutto a spese dello Stato.
7) Energia: dipendiamo in modo preponderante dal petrolio, che
siamo costretti ad esportare subendo le oscillazioni dei prezzi. Bisogna svincolarsi il più possibile da questa schiavitù, indi bando alle ciance: oggi l'unica fonte alternativa in grado di produrre quote consistenti di energia è
il nucleare. Archiviamo il referendum e avviamo una seria politica in materia.
Se il Cavaliere saprà stupirci ancora una volta ed attuare una vera rivoluzione liberale, allora sì che l'Italia farà un bel passo in avanti.