Cari lettori
oggi Primo Gennaio, oltre ad essere solennità di Maria Madre di Dio, è anche giornata mondiale per la pace. In realtà, mai come nei nostri tempi tale prezioso dono è messo pericolosamente a rischio.
Gli avvenimenti degli ultimi giorni del 2007 ce lo confermano, con l'assassinio di Benazir Bhutto in Pakistan. In un primo momento Al Qaida sembrava aver rivendicato l'attentato, ora però altre fonti dell'organizzazione terroristica smentiscono e sul lugubre episodio si allungano sospetti ed inquietanti domande: la leader del Partito Popolare era adeguatamente protetta? Perchè è stato negato il visto a guardie del corpo israeliane e di altre nazionalità incaricate di proteggerla? L'inquietudine internazionale è giustificata sia dal fatto che il Paese islamico ha un ruolo chiave nella lotta al terrorismo internazionale, confinando con l'Aghanistan, sia dal fatto che detiene inoltre l'arma atomica: un vuoto di potere potrebbe avere conseguenze drammatiche. Tanto che qualcuno ha ipotizzato un golpe militare.
Nel vicino Afghanistan continua la lotta delle forze Nato contro il nemico invisibile, cioè talebani e qaedisti che insaguinano il Paese. La fragile democrazia rischierebbe di sprofondare nel baratro se le forze alleate non avranno la meglio sullo spietato avversario, mentre tutto il Medio Oriente rischierebbe di essere contaminato.
Fra lotte e speranze: ad Annapolis il premier isareliano Olmert e il leader palestinese Abu Mazen, alla presenza del Presidente Bush, hanno trovato un accordo per il raggiungimento di un accordo di pace. Una pace inseguita da decenni.
In Iraq, dopo mesi di sangue e voci di disfatta Usa, gli americani hanno raggiunto un accordo con alcune bande sunnite per la lotta ad Al Qaida e la nuova strategia del generale Petraeus sta dando qualche buon risultato. Lui è prudente, ma il ministro dell'Interno iracheno parla di uno smantellamento dell'organizzazione terroristica pari al 75%.
Ed infine, l'inquietante ombra di Iran e Sira, che aleggia su tutto lo scenario medioorientale. Le due potenze, fortemente sospettate di aver rimpinzato la resistenza irachena e le organizzazioni terroristiche come Hezbollah, in Libano (altro fronte caldo, dove si trovano anche i nostri soldati), sono guardate con diffidenza da Europa e Stati Uniti e persino l'Onu è intervenuto con un doppio turno di sanzioni nei confronti di Teheran, accusata fra l'altro di volersi dotare dell'atomica.
In verità, lo scenario è tutt'altro che allegro, nonostante qualche progresso. Non ci vuole molto per accorgersi che siamo seduti su una polveriera. La guerra lanciata all'Occidente dal terrorismo di matrice islamica l'11 Settembre 2001 ha esasperato uno scenario già inquieto, e gli errori compiuti da Usa ed Europa, con l'invasione dell'Iraq e l'eccessivo permissivismo nostrano, non hanno certo aiutato. Siamo in guerra, che ci piaccia o no. Fingere che tutto vada bene, tentazione presente in Europa, non aiuterà. Ma ricordiamoci anche che questa guerra non può essere vinta solo con le armi.
Chi crede, ha il compito di invocare il soccorso del Cielo, da Colui che solo può salvarci. "Con la preghiera potete fermare anche le guerre", ha detto Maria a Medjugorie. Così è.